Tra terre selvagge, sui sentieri dei Masai

12/02  Arrivo - Arusha

Facciamo scalo all’aeroporto di Zanzibar, dove praticamente l’aereo si svuota, rimaniamo in una decina di persone. Siamo un po’ perplessi, sarà che il fascino esotico dell’isola delle spezie attira la maggior parte dei visitatori.

Arriviamo all’aeroporto del Kilimanjaro verso le 7,30. Appena scendiamo dall’aereo sentiamo un odore un po’ dolciastro di arbusti che ci accompagnerà per buona parte della permanenza in Tanzania. Incontriamo la nostra guida, Eric, un giovane ragazzo di Arusha che parla molto bene l’italiano. Lungo il tragitto verso il lodge molti bambini di età diverse camminano ai bordi della strada, indossano delle divise, alcune riproducono i colori della bandiera del paese. La guida ci dice che vanno a scuola e possono percorrere anche 4/5 km per arrivare e altrettanti per tornare a casa. Quando la jeep rallenta, ci sorridono e salutano allegramente. Il lodge si trova in una zona collinare semi-rurale, per arrivarci scopriamo che le strade, come la maggior parte di quelle che percorreremo, sono in terra battuta, polverose e piuttosto sconnesse.

Dopo alcune ore di riposo per riprenderci dalla notte passata in viaggio, nel pomeriggio facciamo un giro per la città di Arusha e visitiamo il colorato e affollatissimo mercato centrale. Già prima di arrivare nell’area del mercato i bordi delle strade sono pieni di merce esposta, si vende di tutto, anche se mi sembra che le bancarelle di scarpe sono quelle più numerose. Poi entriamo nella parte coperta, banchi pieni di frutta e verdura, alcune a me sconosciute, semi, spezie, carni, vociare, odori e colori; la cosa che mi colpisce sono mucchi di pesciolini secchi che mi dicono costituire uno dei pasti più frequenti assieme a polenta bianca (ugali). Comunque Eric mi dice che il mercato non è solo per chi compra o vende, è luogo d’incontro, persone che provengono da villaggi diversi si ritrovano, si scambiano notizie su conoscenti in comune, un luogo di relazione e socialità.  Arriviamo anche ad una bancarella di medicina tradizionale piena di barattoli con polveri, foglie, radici, rametti di piante. La maggior parte della popolazione si rivolge a questi guaritori, dove possono trovare rimedi efficaci per alcune malattie, a causa anche dei costi molto elevati della medicina convenzionale. Per essere la mia prima volta in Africa forse l’impatto è un po’ troppo brusco e caotico, mi sento un po’ frastornata, comunque bisogna riconoscere che la vita pulsante della città passa da lì. 

Tanzania gruppo parchi del nord e tribù

SERENGETI, MIGRAZIONE, NGORONGORO, TARANGIRE, MANYARA, LAKE EIASY, LAKE NATRON, MONTE MERU

10 giorni / 9 notti  gennaio 2020

Un viaggio completo nel Nord della Tanzania, tutti i parchi più gettonati, incontro con le tribù e la Rift Valley

Safari

L'esperienza della natura africana per eccellenza!

13/02 Arusha- Parco Manyara- Karatu

Al mattino incontriamo ad Arusha il cuoco, Abdallah che si occuperà della cucina durante i giorni di campeggio. Si caricano sulla jeep scatoloni con viveri e utensili vari, tra le varie cose vedo con sorpresa due vassoi da 36 uova ciascuno, per 5 giorni di campeggio!? Scoprirò che nel lunch box l’uovo sodo è immancabile. Dopo aver superato il trambusto della città ci dirigiamo verso Karatu, costeggiando alcune piantagioni di caffè che, con il mais, rappresentano una buona parte delle coltivazioni presenti su questi altopiani.

Karatu è una piccola cittadina situata in un magnifico paesaggio collinare ben coltivato, che si incontra lungo il percorso per il parco Manyara. La guida ci premette un po’ preoccupata che sarà molto difficile vedere i leoni arboricoli, cioè quelli che si arrampicano sugli alberi, per cui questo parco è famoso; lo tranquillizziamo dicendo che conosciamo la differenza tra zoo e parco ….

Il parco nonostante sia una dei più piccoli, alterna un paesaggio vario e ricco di fauna; troviamo foreste sempreverdi, tratti di savana, torrenti, una zona paludosa, il fiume e un lago con le loro diverse vegetazioni. I primi animali che si incontrano sono i babbuini, presenti in grande numero, poi scimmie blu, famiglie di elefanti con piccoli, giraffe, zebre, bufali, antilopi d’acqua e facoceri. Sulla riva del lago, tra acquitrini e canneti, una miriade di variopinti uccelli migratori tra cui spiccano magnifiche gru coronate. Inoltre dal lago si ha una vista spettacolare della Rift Valley. Anche se non abbiamo visto i leoni, la visita merita. La sera soggiorniamo in un lodge con un bel giardino nei pressi di Karatu.

Safari di gruppo

 

Vera Africa

Quali tappe vi regaleranno un vero contatto con la popolazione locale, lontano dalle rotte più turistiche?

14/02 Karatu – Cratere Empakaay

Partiamo al mattino da Karatu verso  Ngorongoro, superato l’ingresso del parco saliamo verso il cratere del vulcano ormai estinto, arrivando su un balcone dalla vista straordinaria: il cratere misura circa 19 km di ampiezza ed è circondato da ripide pareti ricche di vegetazione, alte circa 500/600 mt. Sul fondo in lontananza pascolano tutti gli animali, dalle prede ai predatori. Dopo questa spettacolare vista, invece di scendere nel cratere, come la quasi totalità  dei visitatori,  percorriamo il bordo del cratere verso destra per andare nella zona dei crater highlands dove effettueremo un trekking che ci condurrà nei pressi del lago Natron. Questa zona è caratterizzata da una elevata catena di vulcani e caldere che si innalzano lungo la Rift Valley nella parte orientale del parco, con cime che vanno da 2500mt  a 3600mt. Dopo aver superato la postazione dei ranger all’incrocio con la strada di Lemala, non incontriamo più nessun turista, ed iniziano i primi insediamenti masai che, a differenza di altri parchi dove si son dovuti spostare, qui possono vivere. La bellezza primordiale di questi villaggi è quasi surreale: erba verde-azzurro, mandrie che pascolano con zebre, capanne di paglia e fango, qualche sciacallo che attraversa i prati, bambini dai vestiti colorati che sorvegliano il loro bestiame. Un inconveniente meccanico alla jeep rallenta il nostro viaggio, per fortuna niente di grave, intanto godiamo del paesaggio.

Arriviamo un po’ in ritardo al villaggio di NainoKanoka a fianco del cratere dell’Olmoti, qui incontriamo la nostra guida masai che ci accompagnerà nel trekking. Si chiama Macomero, un ometto sveglio vestito con la classica coperta a quadri rossa e nera e con la tipica lancia; si unisce a noi e proseguiamo verso il cratere dell’Empakaay dove campeggeremo, arrivando sul bordo nel pomeriggio inoltrato. Anche qui la vista è spettacolare, sul fondo del cratere un bel lago circondato da ripide pareti rocciose. Nel frattempo arrivano anche i portatori con i loro asini, partiti in mattinata dal villaggio, perché da qui in avanti i veicoli non possono raggiungere i posti da dove passerà il trekking, quindi gli asini saranno il supporto per il trasporto di tende, acqua e provviste.

Trekking Monte Meru e Altipiani Ngorongoro

NGORONGORO, EMPAKAI, NAIOBI, ACACIA, NATRON, ARUSHA, MIRIAKAMBA, SADDLE, MERU SUMMIT

10 giorni/ 9 notti

Camminare sui sentieri dei Masai fino ai 4565 m del Monte Meru

Mentre vengono montate le tende, con la guida masai scendiamo all’interno del cratere lungo un sentiero un po’ ripido ma ben tenuto, da dove si possono ammirare le vedute del lago turchese in basso; le pareti rocciose sono coperte di foresta, ci sono alberi con radici aeree lunghissime, fiori e uccelli colorati,  piante che a casa sono in vaso qui sono alberi. Il lago è popolato da fenicotteri, alcune antilopi brucano l’erba appena fuori dalla foresta, nessun rumore tranne il vento,  ci manca giusto qualche dinosauro e poi sembra di essere tornati agli albori della terra. La sera ceniamo intorno al fuoco, la temperatura è piuttosto fresca, concludiamo il pasto con un sostanziosissimo pudding alle banane (Ecco dove sono finite buona parte delle uova!).

La guida masai, che parla un buon inglese, ci racconta degli usi e costumi del suo popolo: pastori che con l’allevamento del bestiame soddisfano molte delle loro necessità. Durante la vita, i giovani devono sottostare ad una serie di riti di passaggio, il primo è quello della circoncisione, poi diventano guerrieri giovani e per gradi fino ad anziano di livello superiore. Ogni livello è caratterizzato da prove, diritti, responsabilità e modo di vestirsi specifico. La poligamia è diffusa e i matrimoni vengono combinati; sono di religione animista ma ci sono anche cattolici, come la nostra guida, perché da giovane è stato a scuola dai missionari; ha una moglie e sei figli. Arrivata l’ora di ritirarsi per la notte esprimo perplessità sulla sicurezza di dormire in campeggio non attrezzato all’aperto in una zona così isolata.  Con tranquillità mi dice che non c’è nessun problema, durante la notte non dobbiamo uscire dalla tenda, se necessario dobbiamo stare entro un metro, concludendo con un “sleep like a baby”. Starà di guardia accanto al fuoco per tutta la notte.

La Grande Migrazione

NDUTU, GRUMETI RIVER, KOGATENDE

Milioni di gnu e zebre migrano per centinaia di Km in cerca di pascoli

Il più spettacolare fenomeno naturale in Africa!

Tanzania Estensioni

LAKE EYASI, LAKE NATRON, LAKE VITTORIA, OL DONYO LENGAY...

Come personalizzare il mio tour? 

Oltre il classico safari, alla scoperta di una terra di bellezza inesplorata

15/02 Empakaay – Naiobi - Acacia

Il mattino presto Eric con la jeep ritorna all’ingresso del parco, ci rincontreremo vicino al lago Natron. Si caricano gli asini e dopo aver dato un ultimo sguardo al cratere ci incamminiamo verso il villaggio di Naiobi. Quando la vista si apre, ad occidente riusciamo ad intravedere il monte Merù e il Kilimanjaro con le vette coperte di nuvole, mentre davanti a noi diventa sempre più visibile l’Ol Doinyo Lengai, un vulcano ancora attivo considerato il monte sacro dai masai.  E’ venerdì, giorno di mercato, lungo il cammino alcune donne si uniscono a noi. Dopo alcune ore di cammino arriviamo nei pressi del villaggio, situato in una zona collinare verdeggiante. I bambini sono molto incuriositi, ci seguono per alcuni pezzi di strada, mi sembra di essere finita nel sussidiario delle elementari, capanne, alcune casupole dai tetti di lamiera, recinti per animali, piccoli orti e un sacco di bestiame dappertutto, asini, pecore, capre e mucche. Le donne sono in fila con i loro sacchi di cereali per la macinatura in piccoli mulini, parte del mercato è per la vendita di animali, per il resto vendono cibo, principalmente cereali e fagioli.


Dopo uno spuntino sul prato riprendiamo il cammino, il vulcano adesso svetta davanti a noi e il percorso scende leggermente; usciamo dai confini del parco e i prati lasciano poco a poco posto alle piante di acacia, quelle più giovani con la corteccia di un bel colore giallo, il terreno diventa sabbioso e qua e la spuntano rocce stratiformi di mica che si sfaldano facilmente. Adesso i bambini che ci seguono giocano timidamente a chi riesce a toccarci per dare il cinque, le loro piccole mani sono già così callose. Giungiamo nell’area del campeggio situato in una splendida posizione: un grande spiazzo erboso all’ombra di acacie gialle. Mentre si montano le tende alcuni bambini si mettono in semicerchio vicino e mostrano collanine e oggetti fatti con i corallini colorati , poi intonano canti. Qua e la storni superbi di un bel colore blu  e rosso-arancio svolazzano tra gli alberi.


Verso sera arriva una leggera pioggerella, nella stagione delle piccole piogge queste precipitazioni del tardo pomeriggio/serali sono usuali, mangiamo in tenda e il nostro cuoco, dopo l’immancabile entrèè di zuppa, ci ha preparato degli ottimi spaghetti al ragù.

Tanzania Safari parchi del Nord

SERENGETI,NGORONGORO, TARANGIRE, MANYARA,

7 giorni/6 notti

Il TOP del safari, il mitico circuito del Nord al completo.

16/02 Acacia – Lago Natron

Mattino presto si smontano le tende si ricaricano gli asini e proseguiamo verso il lago di Natron. All’inizio camminiamo ancora nel bosco di acacie sotto una leggera pioggerella, poi il sentiero si apre, a sinistra la scarpata della Rift Valley, adesso vicina, a destra i pendii ripidi e biancastri del vulcano Ol Doinyo Lengai e in lontananza in un alone un po’ rosato si intravede il lago Natron al confine con il Kenia. Nel frattempo spiove ed escono due arcobaleni, il paesaggio è veramente bellissimo. Il vulcano, ancora attivo, è molto particolare perché emette una lava ricca di carbonato di sodio che quando si raffredda dopo l’emissione, diventa di colore bianco, infatti la cima sembra innevata invece è lava. Il sentiero scende più rapidamente tra lastroni di pietra lavica dove l’erosione ha creato una fitta serie di canaloni fino ad arrivare nel letto di un torrente in secca, ma che si riempirà nella ormai vicina stagione delle grandi piogge. Superato il torrente percorriamo un ultimo tratto erboso e sabbioso, in lontananza scorgiamo la nostra jeep che ci aspetta la punto di incontro.

Si scaricano gli asini, ringraziamo e salutiamo i portatori masai che ritorneranno al loro villaggio di Nainokanoka per la stessa strada percorsa. Ci dirigiamo verso il campo tendato di Engaresero immerso in un bel boschetto nelle vicinanza di un fiume; il paesaggio è diventato decisamente più arido e caldo. Nel  pomeriggio facciamo un’escursione alle cascate e risaliamo la gola di Ngare Sero; il cammino attraversa più volte l’omonimo torrente, l’acqua arriva anche sopra il ginocchio e ogni tanto bisogna aiutarsi con le mani per i passaggi più difficili nelle rocce. Si arriva dopo circa mezzoretta a delle cascate che formano una piscinetta nella quale si può fare il bagno. Poco più avanti, in una specie di grotta, altra piscinetta con cascatelle con idromassaggio naturale. L’acqua è fresca ma non fredda e un bagno è d’obbligo.

Tanzania Safari Meraviglioso Sud

RUAHA, MIKUMI, UDZUNGWA MOUNTAINS, ISIMILA, estensione MAFIA ISLAND

9 giorni/8 notti

Un meraviglioso Safari attraverso il grande e selvaggio Sud

17/02 Lago Natron – Lobo (Serengeti)

Al mattino presto facciamo un’escursione a piedi al lago che misura circa 55 km di lunghezza e 25 di larghezza ma è profondo soltanto 50/100 cm. Ci avviciniamo attraversando piccoli ruscelletti con qualche ciuffetto d’erba, alimentati da sorgenti sotterranee molto alcaline che filtrano dal vulcano vicino. C’è un gracidare di rane dietro ad un’altura, ma non riusciamo a vederne, un martin pescatore, alcune oche egiziane e altri uccelli che rovistano nel fango. Le dimensioni del lago variano molto a seconda della stagione e quindi del caldo; particolari batteri che proliferano nelle acque alcaline producono pigmenti fotosintetici che a secondo della concentrazione danno delle colorazioni che variano dal blu al rosso e all’arancio. Questo fenomeno è più visibile però dall’alto e non a livello del lago. Ci avviciniamo alle rive camminando sulla superficie di fango grigio lasciata scoperta, l’acqua è immobile e popolata da gruppi di fenicotteri che scelgono quest’area per la nidificazione. Nonostante la stagione di riproduzione, che va da agosto a ottobre sia terminata, ce ne sono ancora in gran numero, cerchiamo di avvicinarci ma inevitabilmente si alzano in volo spostandosi ogni volta da un’altra parte. Facciamo il giro delle rive fangose del lago, il paesaggio nonostante sia selvaggio e inospitale, con la vegetazione che scarseggia e le temperature che possono diventare estreme, ha un suo fascino desolante e quasi irreale.


Ripartiamo diretti verso il parco del Serengeti, costeggiando la sponda del lago. Salutiamo e ringraziamo la guida masai Macomero che lasciamo ad un  villaggio fuori Engasero dove troverà un mezzo per tornare al suo villaggio. La strada risale la scarpata della Rift Valley su un terreno molto sconnesso di pietraie in un panorama semi-desertico. Attraversiamo poi la regione di Loliondo, per alcuni tratti piena di campi ben coltivati, dove parallelamente alla strada sterrata un’impresa cinese ne sta costruendo una asfaltata molto grande. Poi il territorio ridiventa spoglio e roccioso, passiamo vicini al confine con il Kenia e finalmente nel tardo pomeriggio arriviamo all’ingresso di Klein nel parco del Serengeti e ci dirigiamo verso il camping di Lobo. 

Tanzania Safari parchi del Nord e Zanzibar

NGORONGORO, TARANGIRE, MANYARA, STONE TOWN, NUNGWI

8 giorni / 7 notti

Il meglio della Tanzania in una settimana!

Questa parte settentrionale del parco è meno visitata rispetto al sud, tra boschetti di acacie incontriamo alcune giraffe, poi un grosso elefante, gruppi di gazzelle e manguste. Il campeggio attrezzato si trova dietro una tipica altura formata da grandi massi di rocce e con sorpresa scopriamo che non è recintato. Consiste in uno spiazzo dove è stata tagliata l’erba per piantare le tende, una costruzione in muratura adibita a servizi igienici molto spartana, e altre due costruzioni adibite a cucina e mensa. Siamo gli unici ospiti, ma la guida ci dice di non preoccuparci, come al solito non dobbiamo uscire dalla tenda di notte e che gli animali non daranno alcun problema. Ci guardiamo intorno, due grossi bufali brucano l’erba a una ventina di metri, in lontananza alcuni elefanti tra le piante, mentre il sole tramonta. Davanti al paesaggio i nostri dubbi svaniscono, ci sistemiamo e ceniamo con il piatto nazionale: l’ugali.

 Ci dirigiamo verso il campo tendato di Engaresero immerso in un bel boschetto nelle vicinanza di un fiume; il paesaggio è diventato decisamente più arido e caldo. Nel  pomeriggio facciamo un’escursione alle cascate e risaliamo la gola di Ngare Sero; il cammino attraversa più volte l’omonimo torrente, l’acqua arriva anche sopra il ginocchio e ogni tanto bisogna aiutarsi con le mani per i passaggi più difficili nelle rocce. Si arriva dopo circa mezzoretta a delle cascate che formano una piscinetta nella quale si può fare il bagno. Poco più avanti, in una specie di grotta, altra piscinetta con cascatelle con idromassaggio naturale. L’acqua è fresca ma non fredda e un bagno è d’obbligo.

Viaggi su misura


Safari

L'esperienza della natura africana per eccellenza!

18/02 Lobo – Seronera (Serengeti)

Ci spostiamo verso sud in direzione Seronera nel cuore del parco. Incontriamo un gruppo di gazzelle e zebre che corrono in mezzo all’erba; le gazzelle di Thompson saltano in modo buffo, con le gambe e la testa rigide rimbalzando sul terreno più volte come se avessero delle molle sotto le zampe. La guida dice che lo fanno per  gioco o come segnale di pericolo per il branco. Spostandoci a sud il paesaggio diventa meno verde, e i boschetti di acacia diminuiscono lasciando il posto ad una prateria più arida che è veramente “senza fine”. Prima di arrivare nei pressi del campeggio attraversiamo un fiume dove galleggiano diversi ippopotami. Nel frattempo notiamo che è aumentato il numero di jeep che percorrono le piste e quando arriviamo al campeggio troviamo numerose tende. Dopo aver scaricato anche le nostre e i bagagli ripartiamo all’esplorazione del parco. 

Nei dintorni troviamo in un reticolo di piste, alcune vicine a dei corsi d’acqua con alberi e cespugli; lungo la riva e proprio vicino ad un albero sono fermi 10/15 veicoli. Ci accostiamo anche noi,  all’ombra sonnecchiano tranquillamente cinque o sei leonesse, tormentate da un bel po’ di mosche; è incredibile come si lascino avvicinare senza nessun segno di fastidio o insofferenza, sono molto più intimorita io. Poco più in la, vicino ad un piccolo corso d’acqua accucciati nei cespugli due bellissimi cucciolotti di leone. Proseguiamo per un pezzo lungo la riva di un fiume, altro assembramento di veicoli, su un albero con la coda a penzoloni, sta sdraiato un leopardo; Eric ci fa notare che nell’albero accanto, incastrata tra due rami pende la sua preda, un povero facocero già mezzo mangiato.  In una zona ricca di cespugli e di sterpaglie troviamo delle piccole antilopi dette dik dik, (nome che mi ricorda un complesso italiano degli anni sessanta), sono veramente piccole con un musetto simpatico. Poi ancora zebre, gazzelle varie, antilopi, struzzi, altri leoni con cuccioli e quant’altro. Certo il parco risulta abbastanza trafficato, ma d’altro canto gli avvistamenti sono davvero numerosi e quasi garantiti. Devo dire che la nostra guida conosce bene i reticoli di piste del parco, lo spazio è così tanto e ci porta anche in aree alternative evitando un po’ di traffico.

Gli avvistamenti sono garantiti fino a sera, infatti quando esco dalla doccia del campeggio con sorpresa, poco lontano dalla struttura un elefante stacca alcuni rami da un albero e si mangia tranquillamente le sue foglie.

Tanzania Safari parchi del Sud e Kilwa

SELOUS, MIKUMI, UDZUNGWA MOUNTAINS, estensione mare KILWA

7 giorni / 6 notti

Tre parchi del sud, il Selous immenso e selvaggio, la costa dell'antica Kilwa

Mare

Isole esclusive, paradisi di coralli, spiagge bianchissime, antiche città profumate di storia

19/02 Serengeti 

Oggi continueremo l’esplorazione del parco in cerca di animali e paesaggi. Appena usciamo dal campeggio gruppi di giraffe, dal bel mantello maculato, che nonostante la loro altezza si muovono in un modo così sinuoso e aggraziato. Ci dirigiamo verso sud-est, l’orizzonte sembra proprio continuare all’infinito, ogni tanto ci sono le solite alture formate da grandi massi rocciosi chiamate kopjes, tra le cui fenditure si formano pozze di acqua piovana dove nascono cespugli e piante. Qui trovano rifugio piccoli animali, ma anche i predatori che amano stare all’ombra di questi massi  in attesa del passaggio di qualche preda. Infatti proprio su queste rocce avvistiamo alcune leonesse sdraiate pigramente, e anche delle specie di scoiattoloni senza coda che si chiamano iraci.

 Arriviamo poi in una zona poco visitata e la guida, che ha un buon occhio, riesce ad individuare un ghepardo sdraiato nell’erba ma abbastanza lontano. Ci fermiamo in osservazione, nel frattempo arrivano altre due o tre jeep, il ghepardo inizia a muoversi nella nostra direzione e con sorpresa scopriamo che ha tre cuccioli al seguito. Si avvicina senza problemi, si tratta di una femmina, ogni tanto si ferma e scruta l’orizzonte, poi  a pochi metri dalla nostra jeep con naturalezza spicca un salto e sale sul cofano. Siamo basiti, io anche quell’attimo spaventata, abbiamo finestrini e tettuccio aperti, mi siedo senza fiatare. Ci guarda per un attimo,  scruta l’orizzonte e dopo 30 secondi, per me interminabili, scende dal cofano e continua a camminare. Dopo esserci ripresi dalla sorpresa, per non dire spavento, vediamo che si sposta nell’erba in direzione di un’antilope solitaria che sta brucando l’erba inconsapevole del pericolo. Praticamente il ghepardo ha sfruttato il cofano della jeep come altura per individuare la preda. I tre cuccioli seguono a distanza la madre che piano piano, nascosta dall’erba, riesce ad  avvicinarsi molto e con uno scatto micidiale la atterra.  L’antilope che più volte si rialza per sfuggire, alla fine viene soffocata e cede. Poi arrivano i tre cuccioli che si cibano avidamente della preda mentre la madre si  riposa dallo sforzo della caccia. E’ una scena piuttosto dura, ma è la cosi detta “legge della savana” la morte che nutre la vita. La guida piuttosto entusiasta ci dice che siamo stati fortunati, queste scene sono difficili da vedere, anche se per me, sinceramente penso che l’incontro sia stato un po’ troppo ravvicinato.

Continuiamo l’esplorazione, vediamo altri ghepardi, leoni con cuccioli, e ripassando lungo un corso d’acqua alberato di nuovo un leopardo che riposa sui rami di un’acacia, ippopotami e un coccodrillo mimetizzato nel fango e un sacco di altri animali. Naturalmente vediamo anche uccelli di varie forme e dimensioni tra cui grossi uccelli bianchi e neri numerosi su piante di acacia. Credo che a ragione il Serengeti sia considerata l’area più ricca di fauna selvatica del pianeta.

Tanzania Safari parchi del Nord

SERENGETI,NGORONGORO, TARANGIRE, MANYARA,

7 giorni/6 notti

Il TOP del safari, il mitico circuito del Nord al completo.

Trekking

Percorrere a piedi una terra è il modo migliore per conoscerla davvero

20/02 Serengeti – Cratere Ngorongoro - Karatu

Riprendiamo il viaggio, concludiamo il nostro giro ad anello, spostandoci di nuovo verso il cratere del Ngorongoro dove visiteremo il fondo. Vediamo ancora alcuni animali, struzzi, iene, gruppi di faraone selvatiche, antilopi e termitai di fango, anche molto alti, sparsi dappertutto. Ma, oltre agli avvistamenti, è incredibile il senso di spazio sconfinato che ti danno queste vaste pianure. Poi, prima di arrivare nei pressi del gate di Naabi Hill, dove finisce il parco del Serengeti e inizia quello del Ngorongoro, incontriamo una marea di zebre. E’ il fenomeno delle migrazioni, che ogni anno seguendo il ritmo delle stagioni delle piogge, vede milioni di animali, principalmente di gnu e zebre, spostarsi circolarmente in cerca di acqua e nuovi pascoli fertili. Dalle colline di Naabi Hill lo spettacolo è davvero incredibile, sono tantissime e si dirigono verso sud-ovest perché le piogge in arrivo rinverdiranno i pascoli e riempiranno i torrenti. La guida dice che gli gnu sono già passati e ne vedremo molti nel cratere dove avranno dato alla luce i loro piccoli. Arriviamo sul bordo della strada di Seneto, con un magnifico panorama, che scende ripidamente nel cratere. Più che un cratere, precisamente si tratta di una grande caldera formatasi in seguito al collasso del vulcano diventato inattivo. Il paesaggio è abbastanza variegato, savana di erba bassa e alta, boschi, paludi, radure e laghetti. Vediamo numerosi animali tra cui appunto molti gnu con i piccoli nati da poche settimane che vengono allattati dalle madri, e anche una buona varietà di uccelli. Riusciamo ad avvistare anche due rinoceronti, animali che purtroppo sono a rischio di estinzione, perché in alcuni paesi dell’oriente il corno viene usato come medicina o sostanza afrodisiaca, arrivando ad essere pagato anche 100 mila dollari al kg. Mancano solo le giraffe perché qui non ci sono piante di acacia. Ci fermiamo per una pausa spuntino in un’area umida con una grande pozza d’acqua con ippopotami e vari uccelli, dobbiamo consumare il cibo sulla jeep perché i nibbi, dei grossi uccelli scuri, hanno scoperto questi pic-nic e cercano di rubarti il cibo.

Certo, dopo aver attraversato gli sconfinati spazi aperti del Serengeti, le dimensioni del cratere possono sembrare piccole,  il traffico intenso, ed una concentrazione di animali elevata che potrebbe far pensare ad uno “zoo a cielo aperto”, ma la visita merita comunque.

Risaliamo dal cratere dalla strada di Lerai e ci ritroviamo sul bordo iniziale di 5 giorni fa quando abbiamo iniziato il giro ad anello. Altro sguardo al magnifico panorama e usciamo dal parco diretti di nuovo verso Karatu in un lodge dove pernotteremo.

Tanzania gruppo parchi del nord e tribù

SERENGETI, MIGRAZIONE, NGORONGORO, TARANGIRE, MANYARA, LAKE EIASY, LAKE NATRON, MONTE MERU

10 giorni / 9 notti  gennaio 2020

Un viaggio completo nel Nord della Tanzania, tutti i parchi più gettonati, incontro con le tribù e la Rift Valley

Vera Africa

Quali tappe vi regaleranno un vero contatto con la popolazione locale, lontano dalle rotte più turistiche?

21/02 Karatu - Moshi

Oggi ci trasferiremo a Moshi, durante il percorso visitiamo “the childrens home” una struttura che accoglie bambini orfani, di cui siamo venuti a conoscenza da amici medici. Lasciamo la strada principale dopo Karatu e percorriamo 5/6 km tra belle colline coltivate di un area rurale chiamata Rhotia. C’è molta gente nei campi, donne con la zappa con bimbi arrotolati in una coperta variopinta sulla schiena, vedo un aratro trainato da buoi con  corna lunghe, mentre dietro una donna distribuisce nel solco i semi. E’ una scena quasi arcaica, la stagione delle piogge è in arrivo e devono  approfittarne con il lavoro della terra e la semina.

La struttura è situata in cima ad una collina in una splendida posizione. Purtroppo non riusciamo ad incontrare i due medici che la gestiscono, ora in pensione, perché sono dovuti tornare improvvisamente in Europa per un lutto familiare. Visitiamo comunque i locali con un responsabile, ci dice che la casa ha iniziato ad accogliere bambini nel 2007, adesso ci sono circa 40 ospiti di diverse età. Il progetto è nato con l’idea di non dipendere completamente dalle donazioni, ma diventare nel tempo autosufficiente, quindi hanno sviluppato l’idea “due colline un obiettivo”: un lodge che sorge in un’altura accanto, in un altrettanto stupenda posizione, che ospita turisti e medici per seminari, usando i profitti di questa attività per sostenere le spese dell’orfanatrofio. Visitiamo i dormitori, la cucina, lo spazio per le attività di studio e di gioco. Qui i bambini hanno assistenza, acqua pulita, pasti regolari, vestiti,  possono andare a scuola ogni giorno e un posto sicuro dove dormire. Pur non avendo una famiglia, vengono aiutati a costruire il loro futuro e trovare un lavoro. Nel tempo, proprio per auto sostenersi hanno implementato orti con alveari, una stalla con una dozzina di mucche, un pollaio, una panetteria e un caseificio che forniscono latte fresco, burro yogurt e pane anche ai negozi locali. Inoltre sostengono e collaborano con le scuole locali con acquisto di banchi e materiale, creano posti di lavoro per la comunità, non solo al lodge ma anche al panificio e al caseificio e l’intero villaggio diventa parte del progetto. Tra l’altro tutte queste attività sono fatte con attenzione alla sostenibilità, con pannelli solari, raccolta di acqua piovana, impianti di biogas, suddivisione dei rifiuti di vetro e plastica.

Trekking Kilimanjaro via Machame

MACHAME, SHIRA, BARRANCO, BARAFU, UHURU PEACK, MWEKA

7 giorni/6 notti

La via più utilizzata per raggiungere il Tetto d'Africa

L’ultimo progetto si chiama “coffee corner” si tratta di un locale, anche questo in una bella posizione tra il parco di Manyara e il Ngorongoro, dove i turisti di passaggio possono fare una sosta con caffè, spuntini, piatti caldi etc. Offre tirocinio pratico per gli studenti che intraprendono un lavoro nel turismo. Rimaniamo impressionati, proprio un bel progetto che anche noi cercheremo di sostenere. 

Continuiamo il trasferimento e ci fermiamo nei pressi di Arusha per acquistare alcuni souvenir presso un’impresa sociale, che impiega persone con disabilità,  per fabbricare oggetti utilizzando materiali riciclati. C’è un laboratorio per la soffiatura del vetro, uno spazio di tessitura con telai di legno, un laboratorio di cucito che utilizza vestiti dismessi, uno di pittura detta Tinga Tinga dallo stile un po’ naif, oggetti fatti con perline e altri fatti in metallo utilizzando lattine o tappi di bottiglia. Gli oggetti sono belli e molto originali, e i profitti vengono reinvestiti per creare opportunità per l’assunzione di persone con disabilità.

Ci fermiamo ad Arusha per uno spuntino in un lussureggiante giardino pubblico. Lì conosciamo Daniel, il responsabile dell’agenzia che ci ha organizzato il viaggio, salutiamo il cuoco e andiamo verso Moshi nella regione del Kilimanjaro dove pernotteremo in un lodge circondato da piantagioni di caffè.

Verso il tramonto per alcuni minuti la vista si apre e riusciamo a scorgere l’imponente cima innevata della montagna.

Viaggi su misura


Trekking

Percorrere a piedi una terra è il modo migliore per conoscerla davvero

22/02 Parco Kilimanjaro

Oggi andiamo nel Parco Nazionale del Kilimanjaro, una grande area protetta che circonda l’omonima montagna, la più alta e simbolo del continente africano. Si tratta in realtà di uno stratovulcano che comprende tre vette formatesi diversi milioni di anni fa, lo Shira, il Mewenzi e il Kibo, dove c’è il picco più alto l’Uhuru a 5.890 mt. Attualmente le vette sono spente, tranne il Kibo che è considerato “dormiente” con occasionali emissione di fumi, scie di vapore e scosse sismiche deboli.

La spettacolarità del panorama è che non appartenendo ad una catena montuosa, le sue dimensioni sono accentuate perché la sua mole si erge solitaria dai campi coltivati delle pendici inferiori, con la sommità ricoperta da un ghiacciaio perenne. Dopo aver incontrato la guida ci rechiamo verso il versante occidentale della montagna, attraversando diversi paesi in una ricca area agricola. Purtroppo il tempo non è dei migliori, ci imbattiamo in un bel acquazzone che però passa velocemente. Nella zona della foresta pluviale, ricca di vegetazione e alberi ad alto fusto dalle chiome rigogliose, lo sfruttamento agricolo è importante, vediamo grandi aree disboscate e coltivate (carote e patate), con parecchi lavoratori impegnati nella raccolta; però vediamo anche piantumazioni di nuovi alberi. L’area del parco inizia verso i 2.700 mt, una volta attraversato il cancello del parco a Londorosi, la strada sale più ripidamente e la fitta vegetazione della foresta lascia il posto ad alberi più bassi e ad arbusti. Più avanti le pendici della montagna si aprono e arriviamo nell’altopiano dello Shira Plateau dove lasceremo la jeep per un’escursione nella brughiera. 

La zona è molto panoramica, sia verso il basso che verso l’alto, siamo a circa 3400 mt,  purtroppo però con il tempo nuvoloso riusciamo a coglierne solo qualche sprazzo. Percorriamo un sentiero nella brughiera tra fitti cuscini di erica e strani alberi chiamati seneci, che all’apice hanno una rosa di foglie carnose, parecchi arbusti sono fioriti donando al paesaggio belle sfumature colorate. Attraversiamo tre torrenti, con poca acqua, ed arriviamo alla Shira Camp1, dove troviamo numerose tende degli escursionisti che stanno affrontando la salita alla vetta. Infatti ogni anno il trekking sul Kilimanjaro richiama parecchi escursionisti, perché è possibile andare fino in cima senza l’utilizzo di corde e senza conoscere tecniche alpinistiche particolari. La guida ci spiega come è organizzato il trekking, il numero di portatori e di  guide, i giorni necessari e i vari itinerari di per raggiungere la vetta. 

Trekking Kilimanjaro via Marangu

MARANGU, HOROMBO, KIBO, UHURU PEACK

6 giorni/5 notti

Raggiungere i 5895 m del tetto d'Africa dalla via più breve e diretta


L’ascesa resta comunque un’impresa fisicamente molto impegnativa, specialmente quando si cammina sopra i 4.000 mt per problemi legati all’altitudine e al freddo. Purtroppo le condizioni del tempo non ci permettono di spingerci  verso il cono del vulcano Shira Needles all’estremità meridionale dell’altopiano, e ritorniamo verso la jeep. Poi improvvisamente, per pochi istanti, il cielo si apre e vediamo parte della vetta innevata, che sembra proprio molto vicina. La guida ci dice che negli ultimi 15/20 anni c’è stata una diminuzione dei ghiacci notevole, che potrebbero far presumere anche all’esaurirsi degli stessi in tempi non troppo lontani. Tra i fattori di questa diminuzione il surriscaldamento globale, con diminuzione delle precipitazioni, e il disboscamento intenso alle falde.

Mentre scendiamo, vediamo belle scimmie con lunghe frange di pelo bianco sul corpo tutto nero, che si muovono tra le fronde degli alberi, sono i colobi guezera. Nonostante lo sfruttamento agricolo abbia modificato il territorio, in queste zone ci sono ancora elefanti, qualche bufalo, leopardi e antilopi. Più in basso, nelle piantagioni, le guide contrattano l’acquisto di carote e patate, dicono di aver fatto un buon affare, la qualità è buona e costano meno che non al mercato. 


Anche se il tempo non è stato dalla nostra, vedere il Kilimanjaro comunque è stato emozionante. 


23/02 Rientro 

Al mattino presto ci trasferiamo all’aeroporto di Arusha, salutiamo e ringraziamo Eric, e ci prepariamo per l’imbarco. Portiamo con noi senz’altro il ricordo di magnifici panorami, di una natura meravigliosa e selvaggia, piena di colori sgargianti, odori e suoni, ma più che altro l’ospitalità calorosa, la compostezza e il sorriso di persone che, nonostante innumerevoli problemi e avversità conducono una vita dignitosa. 

Trekking Monte Meru e Altipiani Ngorongoro

NGORONGORO, EMPAKAI, NAIOBI, ACACIA, NATRON, ARUSHA, MIRIAKAMBA, SADDLE, MERU SUMMIT

10 giorni/ 9 notti

Camminare sui sentieri dei Masai fino ai 4565 m del Monte Meru

Tanzania Safari Meraviglioso Sud

RUAHA, MIKUMI, UDZUNGWA MOUNTAINS, ISIMILA, estensione MAFIA ISLAND

9 giorni/8 notti

Un meraviglioso Safari attraverso il grande e selvaggio Sud

Mentre guardo dal finestrino dell’aereo mi ronzano in testa le parole jambo, pole pole, karibu … e poi chissà forse già un po’ di voglia di ritornare.

Tanzania Safari parchi del Nord

SERENGETI,NGORONGORO, TARANGIRE, MANYARA,

7 giorni/6 notti

Il TOP del safari, il mitico circuito del Nord al completo.