Sopravvivere tra i leoni: il gruppo è vita

L’Africa è stata ed è ancora un ambiente naturale difficile per l’uomo che vive nel villaggio. Deserto, animali feroci, animali velenosi, scarsità di cibo hanno modellato profondamente la struttura sociale e addirittura la lingua. Un individuo da solo non potrebbe sopravvivere, il gruppo ha maggiore importanza del singolo perché solo il gruppo può garantire la continuazione della specie. Le regole sociali, la giustizia, il matrimonio, il governo, sono regolate da questo assunto di base. Perfino la lingua, il ceppo bantu, ha una struttura “gruppale” per cui nessun elemento della frase può essere cambiato senza che debbano variare anche tutti gli altri.

La poligamia masai

Un esempio di questo adattamento culturale è l’organizzazione masai, a tutt’oggi molto forte. Presso i Masai vige la poligamia: ogni uomo ha diverse moglie. La prima viene scelta dai genitori, le successive spesso sono scelte dalle altre mogli, poiché sarà stretta la collaborazione tra le donne della famiglia. Ogni cerchio di capanne è abitato dall’ uomo con le mogli ed i figli, di solito 5 o 6 per moglie. Gli uomini sono legati da un vincolo molto forte con tutti i circoncisi nello stesso periodo (nell’arco di circa 5 anni): questo legame si chiama rango. Coloro che appartengono allo stesso rango sono come fratelli, anzi di più: se un masai è in viaggio e giunge a sera in un villaggio chiederà se c’è un uomo del suo rango. Il fratello lo accoglierà, gli darà del cibo e una delle sue mogli con cui dormire. Se ne nascerà un figlio sarà del marito ed esiste una particolareggiata memoria storica per evitare che ci siano figli di persone imparentate fra di loro.

Genitori di tutti i bambini

Avete pensato a quale vantaggio evoluzionistico comporta questo? I figli avranno una grande varietà genetica che aumenta le probabilità di sopravvivenza e i bambini saranno figli di tutti gli uomini dello stesso rango, ogni uomo considererà un bambino come anche suo e se ne prenderà cura. I Masai amano moltissimo i bambini e li considerano grande ricchezza.

Che differenza con la mentalità individuale portata dai missionari! Non è facile per noi cogliere questa differenza. E chissà quali trasformazioni nasceranno dall’ incontro tra civiltà in corso!